Senzapensione

Senzapensione
Effetti della pensione del futuro

mercoledì 15 dicembre 2010

referendum abolizione sostituto imposta

Idea forse non troppo originale, ma perchè non provare? Perchè non raccogliere lee firme per un dirrompente referendum sulla abolizione del sostituto d'imposta?. E' vero che la Corte non ha ammesso quello dei Radicali (difeso dall'avvocato Tremonti) perchè la costituzione non ammette referendum in materia di leggi tributarie.
Passi dunque la trattenuta sull'Irpef, ma non quella sui contributi previdenziali che, per loro natura, non possono essere assimilati ai tributi. Tanto meno da quando è entrata in vigore la riforma delle pensioni ed in particolare per chi se ne andrà in pensione (chissà quando) con il sistema contributivo.
Presentare un referendum su questa materia, non solo farà molta paura, ma consentirà soprattutto a moltissimi lavoratori di prendere coscienza del fatto che oggi stanno pagando, con i propri contributi, pensioni che non avranno mai. Pagando oggi molto più di quanto otterrano (se otterranno) domani.Saluti.

martedì 30 novembre 2010

Onore a Monicelli

Ieri sera Mario Monicelli, il regista dei momenti più felici del cinema italiano, ha colmato la propria esperienza di vita volando. La Sua scelta di porre volontarimente fine alla propria esistenza è un atto di coraggio che può sgomentare ma tuttavia, è un atto coerente di una persona che ha vissuto pienamente e come ha voluto.
Una persona che come ebbe modo di dire, non credeva nella speranza e ammoniva quanti vi prestavano fede. La speranza ci rende schiavi, ci fa chinare la testa, ci induce a sopportare le sopraffazioni. Non dobbiamo sperare!
Un unico appunto si può fare a quest'uomo e alla sua scelta. Quello di essersene andato proprio nel momento in cui il popolo italiano sta dando un, sia pure lieve, segno di ribellione. Chi oggi sale sopra i munumenti e i tetti delle nostre città è gente che sta quardando al futuro e cerca di cambiare un presente di attesa.
Speriamo che il suo gesto, il gesto di un uomo che rimproverava gli italiani di essere l'unico popolo che mai si sia ribellato ed abbia avuto una vera e propria rivoluzione, non sia anche un gesto di sfiducia nei nostri confronti.

lunedì 29 novembre 2010

La Festa del Vitalizio

Articolo Nuova Venezia del 28.11.2010
VENEZIA. Uno pensa che i costi della politica siano solo quelli vivi degli stipendi dei politici, o dei componenti dei consigli di amministrazione da loro indicati negli enti e società pubbliche. Più la benzina per le auto blu, che appena le nomini nessuno le adopera più. O le spese di rappresentanza, tipo il buffet, che dovunque vai non manca mai: quanto si spenderà in catering, per pranzi consumati in piedi, con metà della roba che di solito va buttata? Aggiungi la diaria esentasse, i trattamenti di missione, i rimborsi spese, la giusta mercede di segretari e portaborse che i politici assumono spesso in raddoppio del personale dipendente. Senza dimenticare i benefit: la tessera gratuita dell'autostrada, dell'aereo, del treno, l'abbonamento allo stadio o al posto auto in garage. Pensate che basti? Nossignore: c'è anche la liquidazione e pure a pensione. Quando i nostri politici smettono di fare politica, incassano una cifra che non è certo quella della rottamazione, visto che viaggia con 5 zeri. Più un assegno mensile vita natural durante: il vitalizio. Ecco qui il vitalizio spuntare da una lettera di cinque righe, spedita dal presidente dell'associazione degli ex consiglieri regionali Aldo Bottin, per convocare i 130 soci all'assemblea annuale il 3 dicembre a Villa Cordellina-Lombardi di Montecchio: «La vostra presenza è particolarmente gradita vuoi per la celebrazione dei 40 anni di vita della Regione, vuoi per vederci e, magari, condividere obiettivi come la salvaguardia del "vitalizio" e la sua perequazione tra tutti gli ex». La malinconia di un quarantennale della Regione celebrato quasi da carbonari, quattro mesi dopo la ricorrenza ufficiale tenuta in pompa magna a Venezia, passa in secondo ordine davanti alla salvaguardia del vitalizio: qualcuno sta attentando al nobile istituto. Chi sarà il malintenzionato? E perché si parla di «una sua perequazione tra tutti gli ex»: vuoi vedere che ci sono ex consiglieri di serie A e di serie B? Sarebbe inquietante: dopo l'abolizione della schiavitù negli Usa e il crollo dell'apartheid in Sud Africa, certe discriminazioni si pensavano tramontate. Anche perché il vitalizio oltre ad essere cumulabile è reversibile, va alla vedova, ai figli, alla moglie separata, ai genitori se la morte dell'ex consigliere è prematura. La Regione Veneto stanzia in bilancio una cifra tra i 6 e i 7 milioni di euro l'anno per questo assegno, che è di circa 2.000 euro al mese per una legislatura. E via aumentando. L'interessato ha contribuito per il 30% circa, il resto lo mette l'Erario. Che non abita in Svizzera. Attenzione: il vitalizio non è limitato al Veneto ma riguarda tutti gli ex parlamentari della Repubblica. Vogliamo mettere sulla strada questo esercito di persone, come il presidente della Toscana Enrico Rossi che abolirebbe gli stipendi per sostituirli con gettoni di presenza? Con che cuore assistere alla sperequazione che gli ultimi consiglieri veneti hanno innescato a spese dei loro predecessori, aumentandosi l'assegno? Per fortuna che alla cena è stato invitato l'assessore al bilancio Roberto Ciambetti, leghista. Saprà mettere mano al portafoglio.

28 novembre 2010

mercoledì 24 novembre 2010

lavorare per sempre

Bè, è sicuro!. Con le ultime manovrine non basteranno più quaranta anni di lavoro per andare in pensione. Visto che la vita si allunga (dicono loro che se la spassano in parlamento) di tre anni in tre anni si rivedrà il limite. Probabilmente, per chi andrà in pensione tra il 2020-22 già ci vorranno 42 anni di lavoro.
Un bel problema per precari e per chi ha iniziato tardi. Il rischio di arrivare alla pensione alla soglia dei 70 è una sicurezza. Nulla di male però. Si sarà talmente stanchi che, con la pensione sociale che ci verrà assegnata, non avremo bisogno di invocare l'eutanasia per riposare defintivamente.

martedì 23 novembre 2010

sommovimento sociale

Se dovessimo dare la simulazione della pensione ai parasubordinati, rischieremmo un sommovimento sociale"
E’ quello che avrebbe detto Antonio Mastropasqua, Presidente dell’INPS e di Equitalia, uomo dai, si dice 54 incarichi, ad un convegno di Anja e Consumatori lo scorso 6 ottobre.
La Notizia è stata riportata dal Corriere della Sere e commentata da Massimo Gramellini sulla Stampa.
In poche parole, dato che il precariato si allunga sempre di più e che sempre di più si attende per entrare nel mondo del lavoro, se si dovesse fare la simulazione della pensione di un attuale precario verrebbe fuori una cifra pari se non inferiore a quella dell’attuale pensione di quasi 400 euro riconosciuta agli indigenti ed ultra 65 enni.
Aggiungiamo che sempre più tardi si potrà maturare la pensione e la domanda per un giovane lavoratore precario sorge spontanea PERCHE’ PAGARE!
Perché pagare per una cosa che non si avrà, perché pagare per chi gode della pensione da lustri essendoci magari andato dopo 20 o 25 anni di lavoro (e ancor meno in alcuni casi) o per pagare il vitalizio dei parlamentari maturato oggi con 5 anni di legislatura, ieri con 2,5 e l’altro ieri anche con un sol giorno di parlamento (cosa di cui molti radicali approfittarono).
Per chi oggi paga, precario o meno che sia, il sommovimento sociale costituisce ormai l’unica possibilità per portare ad equità e ragionevolezza la conquista sociale della previdenza.
Oggi unicamente un furto per chi lavora.

mercoledì 20 ottobre 2010

Francia Italia 1 a 0

In Francia, forse perchè è là che hanno fatto la rivoluzione, hanno l'abitudine di difendere i propri diritti scendendo in piazza.
3,5 milioni di Francesi hanno ieri manifestato la loro contrarietà alla riforma pensionistica che innalza l'età per usufruire di tale diritto a ben 62 anni, pensate un pò.
E noi? Noi, da bravi pecoroni pronti ad innamorarci dell'uomo simbolo, sia di destra che di sinistra, noi che amiamo nella politica più il sorriso e la battuta che il contenuto, noi che abbiamo la casta politca più vergognosa che difende a spada tratta ogni singolo suo privilegio, noi abbiamo assistito silenti in un sol colpo all'innalzamento dell'età pensionabile a 65 anni e al contemporaneo taglio dei coefficienti di rivalutazione.
In Francia avrebbero preso L'Eliseo. Noi, Italianamente, aspettiamo anni migliori.

mercoledì 13 ottobre 2010

Parlamento inflessibile con la propria pensione

ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, noi non possiamo ritirare quest'ordine del giorno, perché crediamo che su questo punto sia necessario intervenire. L'abbiamo inserito nella contromanovra alla manovra economica del Governo, che è stata trasformata in un progetto di legge che qui non abbiamo potuto poi votare perché il Governo ha posto la questione di fiducia, ma riteniamo che questo sia un tema al quale i cittadini sono giustamente sensibili. Penso che nessun cittadino e nessun lavoratore al di fuori di qui possa accettare l'idea che gli si chieda, per poter percepire un vitalizio o una pensione, di versare contributi per quarant'anni, quando qui dentro sono sufficienti cinque anni per percepire un vitalizio. È una distanza tra il Paese reale e questa istituzione che deve essere ridotta ed evitata. Non sarà mai accettabile per nessuno che vi siano persone che hanno fatto il parlamentare per un giorno - ce ne sono tre - e percepiscono più di 3.000 euro al mese di vitalizio. Non si potrà mai accettare che ci siano altre persone rimaste qui per sessantotto giorni, dimessisi per incompatibilità, che percepiscono un assegno vitalizio di più di 3.000 euro al mese. C'è la vedova di un parlamentare che non ha mai messo piede materialmente in Parlamento, eppure percepisce un assegno di reversibilità. Credo che questo sia un tema al quale bisogna porre rimedio e la nostra proposta, che stava in quel progetto di legge e che sta in questo ordine del giorno, è che si provveda alla soppressione degli assegni vitalizi, sia per i deputati in carica che per quelli cessati, chiedendo invece di versare i contributi che a noi sono stati trattenuti all'ente di previdenza, se il deputato svolgeva precedentemente un lavoro, oppure al fondo che l'INPS ha creato con gestione a tassazione separata. Ciò permetterebbe ad ognuno di cumulare quei versamenti con gli altri nell'arco della sua vita e, secondo i criteri normali di ogni cittadino e di ogni lavoratore, percepirebbe poi una pensione conseguente ai versamenti realizzati. Proprio la Corte costituzionale, con la sentenza richiamata dai colleghi questori, ha permesso invece di dire che non si tratta di una pensione, che non esistono dunque diritti quesiti e che, con una semplice delibera dell'Ufficio di Presidenza, si potrebbe procedere nel senso da noi prospettato, che consentirebbe di fare risparmiare al bilancio della Camera e anche a tutti i cittadini e ai contribuenti italiani circa 150 milioni di euro l'anno.Per questo motivo, chiediamo che la Camera si esprima su questo punto e vogliamo davvero dire che non c'è nulla, ma proprio nulla, di demagogico in questa nostra proposta (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).
PRESIDENTE. Avverto che è stata chiesta la votazione nominale mediante procedimento elettronico.Passiamo ai voti.Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Borghesi n. 9/Doc. VIII, n. 6/5, non accettato dal Collegio dei questori.Dichiaro aperta la votazione.(Segue la votazione).
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).(Presenti 525Votanti 520Astenuti 5Maggioranza 261Hanno votato sì 22 Hanno votato no 498).

martedì 8 giugno 2010

in pensione a 70 anni

Che effetto potrà mai avere, su in giovane di 20 o 30anni, la notizia che dovrà lavorare fino a 70 anni per meritare una pensione che gli assicuri di poter sopravvivere oltre il lavoro?
E' un momento così lontano e confuso che nessuno vi presterà attenzione. Anche perchè, nessuno dice a quel giovane che dovrà lavorare sino ai 70 anni, non per accumulare la propria pensione quanto piuttosto per pagare quella degli altri. Tipo, i 250 milioni di euro che ogni anno paghiamo ai parlamentari già in pensione, oppure quella di chi la prende da 20 o 30 anni avendone lavorati 25 e anche meno.
Le notizie andrebbero date in maniera più circostanziata. Invece nessun giornale sottolinea, in questo caso, le storture del passato che sono le vergogne e le iniquità del presente.
E forse nemmeno quelle, riuscirebbero ad impressionare chi, a 30 anni ha, giustamente aspettative e pensieri diversi dalla pensione. E su questo infatti contano i privilegiati che legiferano per noi!

giovedì 27 maggio 2010

manovra finaziaria

Un parlamento di avvocati ha deciso la reintriduzione della parcella minima, un parlamento di futuri pensionati d'oro ha pensato bene di toccare (con slittamento di finestre e liquidazione) solo le pensioni degli altri.
Si taglino lo stipendio, loro. Il 5-10% dello stipendio, ma non della diaria (4000 euro mensili) non delle spese per mantenere i contatti con il porprio elettorato ? (4500 euro mensili), eccetera eccetera.
Delle loro pensioni invece non parlano. Dei 2500 €. netti mensili che matureranno con una sola, semplice legislatura nessuno vuol parlare. Dei 100 milioni di euro che annualmente spendiamoper pagare la pensione ai 2000 parlamentari che già in pensione sono, nessuno dice nulla. Una pensione cumulabile peraltro con le altre. Quella di giornalista, medico, insegnate universitario, magistrato, avvocato etcc. etcc..
Che bisogno hanno costoro, che per propria scelta hanno voluto cimentarsi nella ricerca ed amministrazione dell'interesse collettivo, di prendenre anche una pensione?
Pensare che basterebbe da solo interrompere questa gratuita ed ingiustificata elergizione a parlamentari e consiglieri regionali per recuperare immediatamente qualche centinaio di milioni di euro l'anno.
Altro che la soppressione di dieci province!

giovedì 20 maggio 2010

stanno purtroppo vincendo

Grazie ad un sistema elettorale unico al mondo e al servilismo di una classe politica parassitaria il paese delle libertà si sta trasformando progressivamente in una dittatura. Lo scambio di favori fra Bossi e Berlusconi (a me il federalismo a te la protezione e il presidenzialismo) stanno portando il paese allo sfacelo. Chiusa la bocca a giornali e giudici vinceranno i soliti. Quelli che truffano, quelli che evadono, quelli che sfruttano. Nessun privilegio verrà toccato e c'è pure il pericolo che qualcheduno venga ampliato. Giustizia, sanità, scuola torneranno ad essere pienamente cosa per pochi. Per quelli che se le potranno permettere, a proprio uso e consumo.

E noi?

mercoledì 19 maggio 2010

il "cumulo" fra pensione e lavoro

La prima cosa fatta dal governo Berlusconi (con l'assenso del centro sinistra) è stata l'eliminazione del divieto di cumulo fra pensione e lavoro. Teoricamente la cosa è corretta. Corretta se la pensione fosse commisurata a quanto effettivamente versato. Corretta se a beneficiare del divieto di cumulo fossero le pensioni più basse.
Nella realtà, a beneficiare di questa bella novità, sono i lavoratori che sono e andranno in pensione con il sistema "contributivo" (vale a dire con la pensione calcolata sul valore dello stipendio dell'ultimo - una volta - o degli ultimi anni). Sono i "lavoratori" che, verosimilmente, non fanno lavori usuranti. Sono i lavoratori che non hanno dovuto aspettare i 65 e passa anni per andare in pensione. Sono dirigenti pubblici, politici, liberi professionisti.
Insomma, sono quelli che non hanno alcun bisogno di cumulare.
Il bisogno che avremo invece noi, a 65 e passa anni, con la pensione da fame che otterremo dopo aver ben pagato quella degli altri.

venerdì 7 maggio 2010

I "BRAVI" imprenditori

Oggi sul Corriere c'è la notizia che ROSSO, padrone della DIESEL, soffre molto perchè deve privarsi di 35 collaboratori. La crisi, insomma, ha colpito anche il cavaliere della repubblica nato col Nero e cresciuto con le fabbriche in Romania, dove faceva attaccare ai suoi Jeans il marchietto Made in Italy.
Comunque, niente paura! 35 ne ha mandati via, ma 1 lo ha anche assunto. Il nuovo AD, donna. Lavorava per proctor and gamble in cina.
Quindi da domani, jeans diesel made in cina.

mercoledì 5 maggio 2010

La pensione degli avvocati? LA PAGHIAMO NOI!!!

Parlamento e Senato pullulano di avvocati. Che ci fanno? Ovvio... fanno leggi utili a loro. Il più complicato ed incerto ordinamento giuridico del mondo è quello Italiano che, difatti, vanta tanti avvocati quanti non ne hanno assieme francia, germania ed inglilterra. Alla pletorica e contraddittoria produzione giuridica utile a creare occasioni di lavoro per la categoria hanno ora avuto la sfacciataggine di proporre una legge spudoratamente utile pro domo loro.
Il loro fondo pensione fa acqua e crollera nei prossimi anni. Il motivo? Semplice. Un avvocato con 35 anni di anzianità oggi può andare in pensione con 2500 euro al mese, avendone versati solo 7-8000 all'anno di contributi. In buona sostanza, il fondo pensione degli avvocati, grazie anche all'attuale numero abnorme di avvocati che versano contributi, assicura a chi è in pensioone il triplo di quello che ha versato.
Che fare dunque? Allungare l'età pensionabile, ridurre i coefficienti di rivalutazione e di moltiplicazione come per tutti i contribuenti dell'inps.
Mica sono fessi. Questi hannoa vuto il coraggio di proporre una tassa del 5% da far pagare ai propri clienti per sostenere il fondo pensioone avvocati. PER LEGGE!

Leggete il contrivuto di Antonio Borghesi in parlamento contro la proposta.
http://www.antonioborghesi.it/index.php?option=com_content&task=view&id=265&Itemid=1

mercoledì 28 aprile 2010

E’di oggi la notizia che la Guardia di Finanza ha trovato che un notaio avrebbe evaso il fisco per 250 milioni di euro, più altri 51 di IVA.
300 Milioni! Ma quanto guadagna un notaio? Immobili, case sparse per tutta italia, fondi esteri, 30, dico 30 conti bancari. Uno così dove lo trovava poi il tempo di fare il notaio?
Poveri notai. E io che mi credevo che, per il tipo di attività svolta, non fosse per loro possibile evadere le tasse.
Poveri notai. Categoria tanto bisognosa da essere protetta e coccolata dallo stato. Un numero chiuso, cui si entra a far parte solo se si è proverbialmente figli di notai.
Una figura che esiste solo in Italia per costringere la collettività a pagare una attività professionale per lo più inutile per la maggioranza della popolazione e sovente giustificata unicamente per la scarsa chiarezza ed efficacia della normativa vigente.
Le stesse ragioni, unitamente al malfunzionamento dei tribunali che fanno prosperare le decine di migliaia di avvocati italiani.
Anche loro, bisognosi di essere protetti con la tariffa minima.

venerdì 23 aprile 2010

questione di casta

Ordini professionali all’attacco. E noi?
Il Corriere del 6 aprile dedica 2 pagine alla notizia che il Ministro Alfano ha convocato gli ordini professionali per la possibile abolizione della legge Bersani che aveva eliminato la tariffa minima.
Detto in due parole, dopo la Bersani il cliente poteva e può contrattare con il professionista l’importo della prestazione. Con la tariffa minima NO!
Avvocati, ingegneri, architetti, commercialisti, etc.. difendono gli interessi di categoria. Da un lato limitano gli accessi alla professione ai giovani laureati, dall’altro vogliono avere ben assicurato il proprio reddito.
Ricordo a tutti che la prestazione fornita da questi professionisti non è di RISULTATO. Loro sono chiamati a rendere i propri servizi al cliente solo con la normale diligenza riconosciuta alla professione (provate poi voi a farla verificare).
Dice il Corriere, sottolineando l’importanza dei professionisti, che le categorie professionali sono responsabili del 12,5% del PIL italiano. Facendo due conti e considerato che il PIL 2009 è di circa 1750 miliardi di Euro, significa che gli italiani hanno pagato ad Avvocati, Commercialisti, Medici specialisti, Architetti, Ingegneri, Ragionieri, e via dicendo la bellezza di 210 Miliardi di Euro.
210 Miliardi che, a ben vedere, corrispondono ad una parte di PIL conteggiato 2 volte. Prodotto in altra maniera, consumato per i professionisti e quindi riconteggiato.
Ciò detto, quel che mi interessa segnalare è che, mentre tutti si organizzano per difendere i propri interessi, noi continuiamo a stare alla finestra a vedere i soldi della nostra pensione finire, improduttivi, nelle tasche degli altri.
Tra parentesi, molte di queste categorie avevano forme pensionistiche proprie i cui deficit sono alla fine transitati nel calderone del’INPS a spese dei lavoratori dipendenti .
Segnalando al proposito che ancora la categoria degli avvocati ha un proprio fondo che assicura al professionista 2500 euro di pensione dopo soli 35 anni di lavoro a fronte degli stessi versamenti di un normale impiegato o operaio. Il che significa che gli avvocati che si apprestano oggi ad andare in pensione percepiranno mensilmente il 400 % di quanto mensilmente versano alla loro cassa. Per questo stesso motivo, quel fondo è grandemente in deficit. Non vorrei che le iniziative del Ministro Alfano finissero per regalare alle centinaia di migliaia di azzeccagarbugli italiani la pensione pagata dai loro tartassati.