Senzapensione

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Effetti della pensione del futuro

domenica 17 aprile 2011

Vinyls e altro

Da mesi i lavoratori dei tre centri produttivi della Vinyls, operano senza stipendio per mantenere gli impianti chimici in sicurezza. Da mesi, non vedono un euro e si alimentano di sole promesse.
Quale futuro hanno questi lavoratori? Forse nessuno! Nessun imprenditore, verosimilmente, sembra disposto a raccogliere la sfida della chimica in Italia, sia pure si tratti di PVC.
E allora, si possono lasciare lavoratori e famiglie senza sostegno e senza un futuro? E come e cosa fare?
Semplice…se questi lavoratori fossero davvero padroni della propria contribuzione previdenziale (quella versata da loro e dal loro datore di lavore) oggi potrebbero già pensare davvero al loro futuro.
Con trent’anni di contribuzione rivalutati secondo ad un interesse minimo valgono almeno un paio di appartamentini su cui lucrare un affitto non molto diverso dallo stipendio percepito lavorando.
Con 20 ci si può forse aprire una attività. Con 10 tutto il tempo per guardarsi attorno, riqualificarsi e ricollocarsi.
Comunque, sempre meglio del niente che oggi si trova di fronte a quei lavoratori.

Purtroppo non siamo padroni di quanto guadagnamo e accantoniamo per il futuro, perché tutto va immediatamente mangiato da chi si trova oggi in pensione.

Purtroppo per noi, per i lavoratori della Vinyls e per tutti quelli che si trovano nelle loro stesse condizioni, da parte, NON ABBIAMO NULLA!

lunedì 4 aprile 2011

43.600 euro AL MESE!. Questa la pensione di un dirigente regionale di 1^ fascia della Regione Sicilia, dove il consiglio regionale si chiama parlamento e ai 90 consiglieri si dà dell’onorevole.
43.600 al mese per lui, ma quanti ve ne saranno che al mese portano a casa cifre del genere nella regione che, con gli stessi abitanti del veneto, conta 20.000 dipendenti e quasi 2000 dirigenti in servizio?
Quanti ve ne saranno a 30, 20, o 10.000 euro di pensione al mese? E quanti ve ne sono che ancora se ne vanno in pensione con 25 anni di lavoro, o anche prima, magari adottando un vecchietto da accudire.
Per chi nel prossimo futuro, tra chi già lavora da più di 30 anni o chi oggi ha appena iniziato, se ne andrà dopo 40-45 anni di lavoro con una pensione non molto diversa da quella sociale riconosciuta agli indigenti, il dato siciliano dovrebbe essere motivo di ribellione, di discesa in piazza per rivendicare la tutela e difesa della propria contribuzione.
Invece no. Sindacati, partiti, movimenti, pronti a portare in piazza miglia di persone o a raccogliere milioni di firme non sempre per motivi di universale importanza non desiderano occuparsi di un tema tanto spinoso.
Troppe le responsabilità di chi ha in passato rivendicato, difeso e legiferato allegramente in materia pensionistica, comportandosi come la cicala di La Fontane. Per questo di pensione bisogna parlare il meno possibile, soprattutto bisogna evitare di dover affrontare il tema dei sistemi (retributivo, misto, contributivo) che oggi coesistono e differenziano in maniera odiosa, a parità di contribuzione e di anzianità, i trattamenti dei lavoratori.

Cari lavoratori, nessuno vuole lottare per voi! Ma se non volete proprio prendere, da soli, in mano, da soli, il vostro futuro, almeno non fatevi prendere per il culo da sindacati e partiti.