Senzapensione

Senzapensione
Effetti della pensione del futuro

venerdì 17 febbraio 2012

IL PRIVILEGIO DEI PENSIONATI (DAI 3000 € IN SU)

L’abolizione del divieto di cumulo fra pensione e lavoro, varata dal governo Berlusconi all’atto del suo insediamento ma votata da tutte le forze politiche dell’arco parlamentare continua a dare gli effetti sperati.
Dai medici ospedalieri, alla dirigenza, ai grand commis dello stato, da tre anni a questa parte, è stato ed è tutto un fuggi fuggi verso verso il traguardo pensionistico.
Poi, si può continuare a lavorare cumulando la pensione allo stipendio di consulente o sumaista in ospedale, di direttore generale presso l’ente pubblico da cui si è appena usciti, di general manager della società pubblica di cui si era direttori.
Che io sappia nessun semplice impiegato è stato riassunto in area pubblica per continuare a fare da pensionato quel che faceva prima.
Che io sappia, a nessun lavoratore metalmeccanico o di qualche grande industria o semplice travet , magari dopo 35-40 anni di lavoro e di lunghi spostamenti con i comodissimi e puntuali mezzi pubblici, è venuto in mente di farsi riassumere ne, tantomeno, la riassunzione gli sia mai stata proposta!
Quella della riassunzione, quella della opportunità di lavorare e di percepire nel contempo la pensione, sembra essere privilegio dell’alta burocrazia, dell’alta dirigenza o di determinate, potenti categorie, come quella dei medici, che non contenti di aver potuto svolgere negli anni attività libero professionale accanto a quella di pubblico dipendente (unica categoria del pubblico accanto a quella degli insegnanti) sono pure riusciti ad assicurarsi una attività perpetua, grazie al blocco degli accessi universitari a medicina e alla conseguente penuria di laureati in medicina.
Privilegi “borghesi” dunque, di fatto riservati ad una particola categoria, difficilmente utilizzabili dal popolo dello stipendi o appena sufficiente a soddisfare i bisogni primari della persona, e forse nemmeno quelli.
Al popolo dei 1200-1300 euro mensili, pure così invidiato da quello dei precari, nulla è invece riservato. Paria senza diritti, senza aspettative, senza pensione, unicamente utili a pagare per tutti, compresi i loro privilegi.
Con l’abolizione del divieto di cumulo siamo dunque al paradosso. Quello che permette, ad esempio, all’ex segretario generale della Provincia di Venezia, di correre in pensione e di farsi riassumere il giorno dopo come Direttore Generale, o al Direttore generale di Veneto Agricoltura di andare in pensione e di essere rinominato il giorno dopo. Dipendenti pubblici privilegiati dallo stipendio annuale a 5 zeri e dalla pensione (retributiva) commisurata.

Nessun commento:

Posta un commento