Senzapensione

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Effetti della pensione del futuro

venerdì 6 aprile 2012

art. 18: tanto rumore per qualche danno in più.

Il paradossale rilievo dato dal Governo e da alcuni partiti alla questione dell’art. 18 è stata ben sottolineata dalla battuta di un comico, Crozza, nel corso del suo spazio all’interno della trasmissione Ballarò di martedì scorso.
In un paese che quasi quotidianamente registra l’utilizzo improprio delle risorse comuni da parte dei partiti, dove regnano mafia, camorra e n’dragheta, dove chi ruba non viene punito, dove è possibile il falso in bilancio, dove l’evasione è caratteristica economica, il problema per chi, dall’estero, volesse investire non è certo l’art. 18.
L’incertezza, la frammentarietà, la prassi costante dell’interpretazione della norma, del sistema giuridico italiano è quello che semmai spaventa l’investitore che ha che fare con norme in materia di utilizzo del territorio, urbanistiche, di bilancio, fiscali che hanno la più diversa applicazione ed incerta validità territoriale.
Invece no, il problema è l’art. 18. Ed ora, che l’art. 18 di fatto non c’è più, essendo il giudice il dominus della scelta fra reintegro e indennità nell’ambito di licenziamenti economici impugnati che vedranno caricate le corti di giustizia di innumerevoli ricorsi, vedremo quante assunzioni farà il mercato.
Vedremo quanti giovani laureati con percorso Magistrale saranno felici di poter iniziare la loro carriera come APPRENDISTI. Del resto, non è nemmeno una novità quella dell’apprendistato per livelli di una certa richiesta culturale. Molte banche già lo applicano da tempo per i propri neoassunti laureati in economia e commercio.
Vedremo anche quanto sarà utile questo generale utilizzo dell’apprendistato per facilitare il rientro nel mercato del lavoro degli ultracinquantenni che non possono andare in pensione.
Per certo, della riforma del mercato del lavoro qualcheduno beneficierà: i datori di lavoro che potranno assumere 3 apprendisti ogni 2 lavoratori a tempo indeterminato con i conseguenti sgravi fiscali, i sindacati cui si dovrà quasi obbligatoriamente ricorrere per ricevere tutele nelle possibili vertenze relative al reintegro o alla quantificazione dell’indennizzo, gli organismi e le società di “formazione” per le quali si apre, inaspettatamente, la cornucopia degli inutili e gratuiti corsi di riqualificazione.
Tanto rumore per creare qualche danno in più.

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