Senzapensione

Senzapensione
Effetti della pensione del futuro

mercoledì 21 marzo 2012

Art. 18 dal governo dei diritti acquisiti.

E’ la notizia del giorno e il “fatto” con cui avremo a che fare per lungo tempo.
Monti ha decretato la cancellazione dell’articolo 18 il cui reale significato è stato per anni quello di essere un puro e semplice deterrente contro il licenziamento libero e bello da parte del datore di lavoro.
Vale la pena di ricordare che l’art. 18 non ha sin qui impedito alle aziende di procedere a licenziamenti per giustificati motivi oggettivi di cui cassa integrazione e mobilità sono ad un tempo l’annuncio e la constatazione o per reale giusta causa. L’art. 18, con la minaccia del reintegro del lavoratore, ha sostanzialmente sin qui avuto effetto sui soli licenziamenti per motivi soggettivi.
Da domani, a meno che il Governo Monti non venga sfiduciato dal centro sinistra che lo sostiene, tutti cambierà.
Dicono al governo: “così non ci saranno più scuse per le aziende che non vogliono assumere”. Affermazione meravigliosa se si considera proveniente da un governo composto da decine di economisti cui non dovrebbe sfuggire che le aziende assumono (e non è detto) se producono e producono se c’è domanda del bene prodotto o se il bene prodotto ha tali caratteristiche innovative da creare di per se domanda.
Tant’è! Desiderando passare alla storia il buon Monti, a capo di una compagine che ha fatto dei diritti acquisti un santuario intoccabile (a partire dalle proprie pensioni RETRIBUTIVE), non sa applicare all’economia che ricette classiche, ispirate al sacro testo della Ricchezza delle Nazioni di Smith, ed alla teoria Ricardiana (null’altro che constatazione storica di fatto) per la quale, il lavoratore, non è che un ingranaggio per il cui funzionamento basta quel tanto per garantirne la sopravvivenza.
Per l’Italia, più che un NEW DEAL, si prepara dunque il ritorno dei padroni delle ferriere ed un mercato del lavoro globalizzato e, per l’appunto, sempre più simile a quello cinese.
Ciò detto, che fare e come difenderci da questo governo che già ci ha tolto di fatto anche la pensione!
Occorre lottare ed impegnarci per costituire un vero movimento per rivendicare la proprietà di quanto versato in termini di contributi pensionistici nel corso della vita lavorativa.
Ci lasciano a casa? Ci restituiscano allora i 2, 3,4, 500 mila euro che in 15,20,25,30 anni di lavoro abbiamo versato e sono stati correntemente rivalutati.
A noi scegliere allora se cambiare paese, aprire una attività propria, investirli liberamente o cercare altro lavoro e rimetterli nel circolo pensionistico.
Se libero mercato deve essere, sia libera anche la mia pensione e i miei contributi non servano unicamente a pagare le pensioni degli altri.

Nessun commento:

Posta un commento